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DOJO Taiji KASE Lavinio - Anzio


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corsi 2

Mar - Ven
20:00 / 21:00

L'idea di Kendo è disciplinare il carattere attraverso l'applicazione dei principi della Katana (spada) - I propositi sono:
Plasmare mente e corpo;
Coltivare uno spirito vigoroso e, attraverso un corretto e
rigoroso allenamento arrivare a migliorarsi nell' Arte del Kendo;
Perseguire rispetto e la dignità;
Vivere con gli altri in sincerità e insistere nello sforzo di migliorarsi . Così ciascuno potrà amare il proprio Paese e Società, contribuire allo sviluppo della cultura e promuovere la pace e la prosperità tra i popoli.
(*) traduzione da "Kendo Fundamentales condensed publication compiled by All Japan Kendo Federation -ZNKR-

Mar - Gio
20:00 / 21:00

La locuzione arti marziali cinesi, chiamate in Cina wushu "spedizione militare, guerra" e shù "arte, metodo, tecnica") o anche kungfu ; "abilità", con sottinteso riferimento all'ambito marziale) indica la totalità degli stili e dei metodi delle arti marziali nate in Cina, patrimonio ed eredità della cultura e della tradizione del popolo cinese.
La prima menzione del termine wushu risale alla dinastia Liang (502-557) ed è contenuta nella Raccolta letteraria del principe ereditario Zhaoming. Nel 1927 con la fondazione della "Palestra Centrale d'Arte Nazionale di Nanchino" si afferma l'espressione kuoshu "arte nazionale", abbreviazione di Zhngguó wshù "arti marziali cinesi", ancora oggi parzialmente in uso nella Repubblica Cinese (Taiwan).
Riscoperto in epoca Qing (?1644-1911) il vocabolo wushu viene utilizzato nel primo periodo repubblicano (1911-1948) ed adottato definitivamente dalla Repubblica Popolare Cinese nel 1956 con la fondazione della "Associazione Cinese Wushu" . Ad oggi l'impiego del termine wushu non è ancora universale, causa la giovane storia mondiale della disciplina e l'uso invalso di altri nomi per rappresentarla. Tra essi, oltre al già citato kuo-shu (pinyin: guóshù) - di uso sempre più limitato - il più diffuso è kungfu "abilità, maestria". Pur non essendo sinonimo di arte marziale, il termine kungfu (gongfu) lo è divenuto per estensione, in quanto il "raggiungimento dell'abilità" (xia gongfu) è l'obiettivo ultimo e irrinunciabile della pratica dell'arte marziale.

Mar - Gio
18:00 / 19:00

La Capoeira è un'arte marziale brasiliana creata principalmente dai discendenti di schiavi africani nati in Brasile con influenza indigena brasiliana, caratterizzata da elementi espressivi come la musica e l'armonia dei movimenti (per questo spesso scambiata per una danza).
La storia della Capoeira è molto complessa e difficile da tracciare in maniera precisa, soprattutto per la carenza di documenti scritti al riguardo e per la loro distruzione dopo l'abolizione della schiavitù in Brasile; di certo sappiamo che trae le sue origini dalla mescolanza di rituali di lotta e danza di alcune tribù africane già colonie dei portoghesi, catturate e fatte schiave in massa per essere deportate in Brasile.


Il Karate fu sviluppato nel Regno delle RyuKyu prima della sua annessione al Giappone nel XIX secolo. Fu portato sulle isole giapponesi durante il periodo degli scambi culturali fra i nipponici e gli abitanti delle Ryukyu. Nel 1922 il Ministero dell’Educazione Giapponese invitò Gichin Funakoshi a Tokyo per una dimostrazione di karate: la National Athletic Exhbition. Nel 1924 l'Università Kejo istituì in Giappone il primo club universitario di karate, e nel 1932 tutte le maggiori università avevano i loro club. In un'epoca di crescente militarismo giapponese, il nome fu modificato da mano cinese a mano vuota – che in entrambi i modi viene pronunciato karate – ad indicare che i nipponici svilupparono una forma di combattimento di stile giapponese. Dopo la seconda guerra mondiale Okinawa divenne un importante sito militare statunitense, ed il karate divenne popolare tra i soldati stanziati sulle isole.
Molti vedono il Karate solo come una tecnica di combattimento. Film e televisione rappresentavano il karate come un modo "misterioso" di combattere, capace di causare la morte o il ferimento dell'avversario con un singolo colpo. I mass media lo rappresentavano come una pseudo arte lontana dalla realtà." Shoshin Nagamine scrisse:
"Il karate può essere considerato come una lotta con se stessi, o come una maratona lunga tutta la vita che può essere vinta solo attraverso l'autodisciplina, il duro allenamento e i propri sforzi creativi."


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